Ansia e prestazione

Comunemente viene attribuita all’ansia un’accezione negativa. In Psicologia è noto che l’ansia, così come la tensione o lo stress, sia normale e fisiologica entro certi limiti, problematica e patologica se eccessiva. Quando ci apprestiamo a svolgere un compito di qualunque tipo (ad esempio professionale, scolastico o sportivo), la relazione tra il livello di ansia e il livello della prestazione segue l’andamento di una curva a campana o gaussiana, secondo quanto elaborato dagli psicologi Yerkes e Dodson.

 

Una prestazione ottimale è associata ad un livello moderato di ansia o stress, che implica una buona attivazione e mobilitazione delle risorse mentali e fisiche. Nel grafico riportato, questa condizione ottimale è rappresentata dall’area verde, la parte centrale, caratterizzata dai livelli di performance più elevati. Quando un lavoratore, uno studente o uno sportivo si trova in questa situazione, di solito sperimenta fiducia in sé stesso, motivazione al raggiungimento di un obiettivo e proporzionalità tra difficoltà del compito e capacità individuali.

 

Le parti laterali della curva, invece, corrispondono a livelli di prestazione sub-ottimali o scarsi. L’area grigia mostra il graduale incremento della performance, man mano che il livello di attivazione dell’organismo sale; fattori quali scarsa motivazione, scarsa ricompensa, eccessiva facilità del compito rispetto alle proprie capacità oppure sottovalutazione del compito o dell’avversario (nello sport), possono mantenere basso il livello di attivazione psico-fisica, a scapito del rendimento. La zona gialla rappresenta un ulteriore incremento del livello di ansia/stress, a scapito della prestazione: tale incremento, se si verifica, non è più funzionale, anzi è disfunzionale e peggiorativo della performance. Tale stato è caratterizzato da sproporzione tra compito e capacità individuali o risorse disponibili, iper-attivazione, frenesia, fretta, rabbia, confusione e perdita di concentrazione. La parte all’estremità destra della curva, di colore rosso, implica un livello prestazionale decisamente carente: l’ansia eccessiva provoca calo di energia, marcata inibizione delle capacità e del rendimento fino a blocco motorio, espressivo e comportamentale, distacco dalla realtà. Dal punto di vista cognitivo, in questa condizione è di solito presente abbondanza di pensieri negativi, pessimistici e catastrofici (es. non ce la farò mai, ho già perso). Il soggetto può sperimentare emozioni negative molto intense, per esempio disperazione o panico.

 

Come fare per tornare e rimanere nella zona verde?

Occorre seguire 3 passaggi:

  1. auto-osservazione, consapevolezza
  2. riconoscimento della “zona” o stato psico-fisico in cui ci si trova
  3. applicazione di una o più strategie di regolazione

Le strategie di regolazione sono in grado di condizionare in senso funzionale e positivo il sistema nervoso, riportando sia la mente che il corpo verso la zona verde. Il tipo di strategia da utilizzare dipende dalla zona in cui ci si trova.

Se ci si trova nella zona gialla, sono efficaci: respirazioni profonde prolungando l’espirazione, rallentamento dei movimenti, consapevolezza del contatto son il suolo (radicamento), consapevolezza del momento presente, meditazione breve o qualunque altra strategia per “centrarsi”.

Dalla zona rossa è possibile tornare a quella verde passando attraverso una breve fase di ri-attivazione, quindi sono utili strategie quali: scrollarsi, saltare, ballare, apnea inspiratoria o lanciare un grido.

Ognuno di noi può scoprire, attraverso la sperimentazione, quali siano le strategie soggettivamente più efficaci. Un supporto terapeutico va cercato quando il livello di ansia/stress è elevato, con peggioramento della qualità di vita, del rendimento lavorativo e delle relazioni. Può essere indicato, in seguito ad una valutazione, un percorso di psicoterapia, oppure un training specifico di rilassamento e gestione dello stress.

 

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