La Malattia Venosa Pelvica condizione patologica benigna, molto poco nota, che secondo stime recenti colpisce il 12-14% della popolazione adulta di ambo i sessi, con una netta prevalenza tra le donne, specie se pluripare, cioè con più gravidanze alle spalle, gruppo quest’ultimo nel quale la percentuale di questa patologia raggiunge il 30%. Ne abbiamo parlato con il Dr. Prof. Cesare Massa Saluzzo.
Spesso si manifesta con un unico sintomo cioè la presenza di “dolore”, cronico nella parte bassa dell’addome o chiamato volgarmente “basso ventre” il dolore che di solito è di tipo cronico e può acutizzarsi in taluni momenti, ad esempio prima e durante il ciclo mestruale nella donna o assumendo certe posizioni come quando si sta seduti e determina l’impossibilità a mantenere tale posizione.
Gli organi contenuti all’interno della pelvi
- intestino
- parte dell’apparato urinario: ureteri, vescica, uretra
- ossa, muscoli, articolazioni
- per la donna: utero, ovaie, canale vaginale
- per l’uomo: prostata, testicoli
La Malattia Venosa Pelvica è un problema di carattere venoso, le vene sono dei tubi, dei condotti che riportano il sangue al cuore. Se le vene, per varie ragioni, nel tempo, si dilatano non riescono più a svolgere la loro funzione di condotti per il trasporto del sangue. Se sono dilatate quindi il sangue al loro interno scorre molto piano o addirittura ristagna: queste vene malate diventano inutili, ma anche dannose e pericolose.
Prostata e ovaio (come anche ai testicoli), sono organi molto sensibili, perché molto innervati. Quindi se esiste una dilatazione delle vene attorno a questi organi il dolore si fa sentire in profondità sia nella donna che nell’uomo ed in quest’ultimo.
Cosa fare in presenza di dolore cronico al basso ventre?
Il consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista del “dolore pelvico” e perciò a conoscenza della “Malattia Venosa Pelvica” e sa pertanto di dover prescrivere esami Radiologici come
- ecografia Eco-Color-Doppler
- Risonanza Magnetica
- a volte la TAC per indagare l’origine del dolore
Troppo difficile con la sola visita capire la genesi del dolore senza l’aiuto di esami radiologici.
Come intervenire sulla Malattia Venosa Pelvica?
Si può intervenire mediante una una tecnica innovativa e mininvasiva, eseguita ambulatorialmente chiamata embolizzazione. Al paziente viene eseguita una puntura di una vena alla piega del gomito, come per un banale prelievo di sangue. Si esegue anche una minima anestesia locale della cute e, in taluni casi una blanda sedazione. Attraverso questo accesso venoso, si introduce un tubicino molto piccolo, di circa 1 mm di diametro, che viene sospinto dall’operatore all’interno delle vene fino a raggiungere le vene malate. Il paziente non avvertirà alcuna sensazione.
Mentre il tubicino naviga all’interno delle vene l’operatore lo controlla e lo guida manualmente vedendolo su un monitor. Quando viene raggiunta la porzione di vena da chiudere, l’operatore inietta una sostanza in grado di provocare l’irritazione delle pareti della vena e questa, per reazione, si chiude.
Una volta ottenuta la chiusura della vena congesta, il tubicino viene rimosso.