Grande successo per l’incontro su decadimento cognitivo e malattia di Alzheimer a Valmadrera
Un evento di grande interesse pubblico dedicato all’invecchiamento, al decadimento cognitivo e alla malattia di Alzheimer; organizzato da Clinica San Martino in collaborazione con la Farmacia Imperatori, l’incontro ha visto gli interventi della dott.ssa Danila Beltrame, neuropsicologa, e del dr. Giuliano Sozzi, neurologo. Attraverso un dialogo chiaro e coinvolgente, i relatori hanno fornito informazioni utili per comprendere e affrontare il declino cognitivo legato all’età.
L’invecchiamento e la riserva cognitiva
La serata è stata introdotta dalla dott.ssa Danila Beltrame, che ha spiegato come l’invecchiamento sia un processo fisiologico caratterizzato da cambiamenti a livello cellulare, tessutale e organico. Sebbene non rappresenti di per sé una patologia, può predisporre allo sviluppo di condizioni neurodegenerative.
Uno degli strumenti principali per affrontare l’invecchiamento cerebrale è la costruzione e il mantenimento della riserva cognitiva, ovvero la capacità del cervello di mantenere buone prestazioni nonostante i cambiamenti dovuti all’età o alla malattia. La riserva cognitiva è influenzata da diversi fattori, come il livello di scolarizzazione, le attività occupazionali, la stimolazione mentale, l’esercizio fisico e una vita sociale attiva.
Potenziamento cognitivo: allenare il cervello per vivere meglio
Un aspetto centrale dell’intervento della dott.ssa Beltrame è stato dedicato al potenziamento cognitivo, un insieme di attività mirate a migliorare le capacità mentali e a favorire l’adattamento ai cambiamenti legati all’invecchiamento.
La neuropsicologa ha spiegato il concetto di plasticità cerebrale, ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi, costruendo nuovi circuiti per adattarsi alle nuove esigenze. Ha utilizzato la metafora dell’impalcatura: proprio come un edificio si regge su strutture che possono essere rafforzate o modificate, così il cervello può sviluppare nuove connessioni per affrontare le difficoltà legate all’età.
Tipologie di training cognitivo
La dott.ssa Beltrame ha illustrato le principali tipologie di training cognitivo:
- Strategici/metacognitivi: utilizzo di strategie visive o verbali per migliorare la memoria e l’attenzione.
- Mnemotecniche: tecniche specifiche che prevedono l’apprendimento di metodi artificiali per memorizzare meglio.
- Multifattoriali: combinano il miglioramento delle capacità cognitive con il controllo degli stati emotivi (ansia, stress) e della fiducia nelle proprie abilità.
- Adattivi: esercizi che diventano progressivamente più difficili, stimolando l’apprendimento senza fornire istruzioni dirette sulle strategie.
Il potenziamento cognitivo può essere realizzato attraverso programmi individuali o di gruppo, adattati alle caratteristiche dei partecipanti. Elementi fondamentali sono la motivazione, il feedback costante e la regolazione delle emozioni, che contribuiscono a sviluppare quella che è stata definita riserva emotiva: la capacità di mantenere relazioni serene e di affrontare con resilienza le difficoltà.
Le caratteristiche di un invecchiamento positivo
Secondo la dott.ssa Beltrame, invecchiare bene significa mantenere un equilibrio tra:
- Riserva cognitiva, costruita attraverso attività stimolanti.
- Riserva affettiva, basata su relazioni stabili e serene.
- Stile di vita sano, che comprende esercizio fisico, alimentazione equilibrata e un impegno attivo nelle relazioni sociali e culturali.
Il cervello e la malattia di Alzheimer
A seguire, il dr. Giuliano Sozzi ha illustrato la struttura e le funzioni del cervello, evidenziando come i due emisferi siano responsabili di attività specifiche. L’emisfero sinistro è coinvolto nel linguaggio, nel calcolo e nella logica, mentre l’emisfero destro si occupa della creatività artistica e della spazialità.
Con l’invecchiamento, il cervello subisce una riduzione del numero di neuroni e connessioni, che porta a un rallentamento nei tempi di elaborazione, difficoltà nel ricordare nomi e un impoverimento generale dell’ideazione.
Il dr. Sozzi ha spiegato che la malattia di Alzheimer, una delle principali cause di decadimento cognitivo, si manifesta inizialmente con difficoltà nel creare nuovi ricordi, nel collocare eventi nel tempo e nell’accedere al vocabolario.
Fattori di rischio
Tra i principali fattori favorenti lo sviluppo della malattia vi sono:
- Condizioni vascolari (sofferenza dei piccoli vasi cerebrali, ipertensione).
- Condizioni metaboliche (diabete, obesità).
- Fattori di stile di vita (fumo, alcol, inattività fisica e cognitiva).
- Ereditarietà e inquinamento ambientale.
Le terapie: farmacologiche e non farmacologiche
Il dr. Sozzi ha descritto le opzioni terapeutiche per affrontare il decadimento cognitivo: tra cui terapia farmacologiche e non farmacologiche come il potenziamento cognitivo, attività fisica e stimolazione sociale.