PATOLOGIE
Pseudoartrosi dello scafoide
Cos’è la pseudoartrosi dello scafoide?
Lo scafoide è un osso del polso che agisce come fondamentale elemento di raccordo tra le ossa carpali ed il radio.
Esso è l’osso più laterale tra le ossa che costituiscono la prima filiera del carpo e, per la sua posizione e le sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposto, è l’osso del carpo più predisposto a subire delle fratture.
A causa della particolare distribuzione dei vasi sanguigni all’interno dello scafoide, la vascolarizzazione delle porzioni prossimali di questo osso viene facilmente compromessa dalla presenza di una frattura, soprattutto se scomposta. Questo fenomeno rende difficoltosa la guarigione delle fratture del polo prossimale dello scafoide e lo espone ad un elevato rischio di osteonecrosi.
Il mancato consolidamento di una frattura, in assenza di segni di guarigione ossea oltre i sei mesi dal trauma, prende il nome di pseudoartrosi. La pseudoartrosi di scafoide causa alterazioni nella trasmissione delle forze e delle sollecitazioni subite dalle ossa del polso, che predispongono il paziente allo sviluppo di un forma degenerazione artrosica ad andamento progressivo. Questa è nota con il nome di SNAC (scaphoid non-union advanced collapse) e, in fase avanzata, è causa di importanti limitazioni funzionali al polso e alla mano.
E’ molto importante riconoscere precocemente i casi di ritardo di consolidamento e pseudoartrosi dello scafoide. È fondamentale consultare un ortopedico specializzato in chirurgia della mano per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato in base alla gravità dei sintomi e alla condizione individuale. Il trattamento tempestivo e adeguato può aiutare a migliorare la qualità della vita per chi soffre di pseudoartrosi di scafoide.
Presso la Clinica San Martino è possibile avvalersi della valutazione e del trattamento in modo integrato da parte di medici specializzati nella chirurgia della mano e del polso e di terapisti della mano che seguono il paziente dalla diagnosi fino a completamento del percorso riabilitativo.
Quali sono i sintomi della pseudoartrosi dello scafoide?
- Dolore e disagio: solitamente il paziente percepisce dolore a livello di polso e mano, soprattutto sul versante radiale, che può irradiare verso il braccio e verso le dita
- Limitazioni funzionali: il paziente può avere difficoltà ad eseguire vari movimenti del polso che sollecitano lo scafoide
- Debolezza: difficoltà nell’afferrare o tenere oggetti a causa della riduzione della forza di presa
Quali sono le cause della pseudoartrosi di scafoide?
Le fratture di scafoide di verificano tipicamente in pazienti giovani, tipicamente sportivi tra i 20 e i 30 anni di età, per cadute a polso in estensione.
La mancata guarigione di tali fratture e lo sviluppo di una pseudoartrosi di scafoide sono secondarie alla compromissione della vascolarizzazione dell’osso causata dal trauma.
La pseudoartrosi si verifica con maggiore probabilità nelle fratture che coinvolgono il polo prossimale dello scafoide, soprattutto in caso di scomposizione o disallineamento dei frammenti fratturati; in questi casi il rischio di sviluppare una pseudoartrosi sale a oltre il 40%.
Anche il ritardo nella diagnosi di una frattura di scafoide e, di conseguenza, il ritardo nella messa in atto di una immobilizzazione del polso e di un trattamento adeguato, aumenta il rischio di sviluppare una pseudoartrosi.
Diagnosi: quali esami sono necessari in caso di pseudoartrosi di scafoide?
La diagnosi è suggerita dalla sintomatologia, dalla presenza di segni clinici e supportata dalla diagnostica per immagini.
- Anamnesi: il chirurgo della mano presterà attenzione ai sintomi lamentati dal paziente, inquadrandoli dal punto di vista diagnostico.
- Esame obiettivo: il chirurgo della mano condurrà un esame fisico corredato da test specifici ed interpreterà i segni riscontrati.
- RX di polso: l’esame radiografico è fondamentale nella valutazione dei quadri postraumatici e può già evidenziare in modo chiaro una frattura di scafoide e la sua tendenza a non progredire verso la guarigione, o mostrare un pseudoartrosi già presente.
- TC di polso: la TC nella valutazione di una pseudoartrosi è un esame fondamentale che guida il chirurgo nella scelta della strategia terapeutica e nella pianificazione dell’intervento.
- RMN di polso: utile qualora vadano valutati specificamente eventuali fenomeni di osteonecrosi o eseguito uno studio delle strutture legamentose periarticolari.
Quali sono le terapie per la pseudoartrosi di scafoide?
Nel caso di ritardo di consolidamento o vera e propria pseudoartrosi di scafoide la terapia è chirurgica.
In caso di ritardo di consolidamento, se gli esami di secondo livello quali TC o RM del polso mostrano una buona qualità del tessuto osseo e il tempo trascorso dal trauma non è eccessivo, è spesso ancora possibile eseguire una semplice osteosintesi (ad esempio l’inserimento di una vite con tecnica percutanea) e offrire al paziente una alta percentuale di guarigione.
Nel caso in cui la frattura non sia recente o si riscontri un vero e proprio quadro di pseudoartrosi, lo scafoide mostra segni di degenerazione e riassorbimento del tessuto osseo a livello del focolaio di frattura. In tali casi è necessario esporre chirurgicamente e bonificare il focolaio di pseudoartrosi, procedere ad un innesto osseo ed eseguire una osetosintesi che si può avvalere di tecniche diverse a seconda dei casi (fili di Kirschner, viti di compressione, miniplacche).
Il prelievo di tessuto osseo da innestare viene solitamente eseguito a livello del radio distale o della cresta iliaca del paziente. Il materiale innestato ha lo scopo di sostituire l’osso necrotico ripristinando la lunghezza e la forma originarie dello scafoide e promuovere il processo osteoriparativo. Nei casi più complessi (quali le pseudoartrosi recidive) o in presenza di vascolarizzazione particolarmente compromessa, il chirurgo può riscontrare la necessità di eseguire l’innesto di lembi ossei vascolarizzati peduncolati allestiti a livello del radio distale, o di lembi di osso prelevati a distanza (di solito a livello del condilo femorale mediale) e trasposti al polso eseguendo anastomosi vascolari con tecniche microchirurgiche.
Come si svolge il decorso postoperatorio dopo intervento per pseudoartrosi di scafoide?
In fase postoperatoria si mantiene una medicazione con garze sterili, ovatta e un bendaggio della mano per circa 10 giorni, durante i quali si deve evitare di bagnare la ferita e di eseguire sforzi. Il polso viene immobilizzato in una posizione neutra con un tutore fisso realizzato in materiale termoplastico per almeno 6 settimane.
Dopo 6 settimane, effettuati i necessari controlli, viene gradualmente dimesso l’utilizzo del tutore e viene intrapreso il percorso riabilitativo che deve continuare ancora diverse settimane.
Un terapista della mano seguirà il paziente nel postoperatorio insegnando gli esercizi utili alla ripresa della funzione della mano operata ed illustrando le modalità di trattamento della cicatrice chirurgica, prevenendo esiti cicatriziali e recidive.
Quali sono i tempi di recupero da un intervento per pseudoartrosi di scafoide?
6 settimane di riposo funzionale con tutore fisso. Sarà possibile utilizzare con cuatela la mano per lo svolgimento di azioni della vita quotidiana.
3 mesi di astensione da attività manuali pesanti.
In 3 mesi dall’intervento è normalmente possibile la ripresa della maggior parte delle attività lavorative.
Medici
Dr. Marco Necchi
Medico Chirurgo – Ortopedico
Chirurgia della mano e del polso
Dott.ssa Cecilia Sesini
Fisioterapista della mano e del polso
Dr. Andrea Ghezzi
Medico Chirurgo – Ortopedico
Chirurgia della mano e del polso
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